FuoriSalone 2021, il design di Rossana Orlandi in Galleria | Elle Decor

2021-11-09 10:32:24 By : Mr. Hari Guo

Nella galleria di via Bandello l'appuntamento più atteso della design week diventa occasione di riflessione

Il FuoriSalone 2021 è finalmente tornato ad animare la città di Milano. Sicuramente con modalità più snelle rispetto alle passate ma gli appassionati del design continua un appuntamento imperdibile. Quest'anno forse anche di più, perché dopo il lungo periodo di inattività forzata e di isolamento sociale siamo tutti molto curiosi di scoprire se quello che abbiamo vissuto si sia infiltrato in qualche modo tra le pieghe del pensiero creativo. E se c'è un posto in grado di dare una risposta a questo interrogativo è senz'altro la Galleria Rossana Orlandi in via Matteo Bandello.

Indagatrice di tendenze e promotrice di nuovi talenti, la signora del design quest'anno ha deciso di operare un'attenta selezione di progettisti e oggetti e da riunire sotto il titolo Ro Collectible Design. Come se tutte le opere in esposizione, da lei personalmente scelte, pezzi da collezionare, istantanee del momento presente, da fissare una volta per tutte nella consapevolezza dei futuri cambiamenti di passo o direzione.

E da assidui frequentatori della galleria possiamo tranquillamente affermare che anche l'atmosfera quest'anno era diversa. Abbiamo notato una grande voglia di comunicazione da parte degli che, messe da parte le cartelle stampa, hanno potuto descrivere personalmente espositori, a parole, il perché di ogni opera. E così spontaneamente alla maniera dalla frenesia e dalla folla che ha sempre contraddistinto ogni opening firmato Rossana Orlandi, è emerso nel pensiero profondo dei singoli autori, che proviamo a illustrare attraverso una narrazione per episodi.

Citazioni di maestri dell'architettura moderna e memorie autobiografiche sono il mix di riferimenti alla base dei nuovi Tavolini Golia disegnati dallo studio Draga & Aurel, duo di progettisti che dal 2007 opera nel campo dell'arredamento, del tessile e dell'interior design. Dichiarato tributo al Neobrutalismo, trasformano la contraddizione in linguaggio facendo convivere due materiali all'apparenza incompatibili come la resina e il cemento. Nati sulla scia del pensiero di Le Corbusier, influenzati dalle linee pulite, elementari e geometriche di Mies van der Rohe, celano in realtà esperienze personali di vita vissuta. Draga Obrovic, cresciuta a Belgrado, ricorda la sua vita da bambina circondata dai grattacieli in cemento armato. Era il materiale più usato per ricostruire in fretta il paese socialista. Da questa immagine è nata l'idea di sfruttare le potenzialità espressive e materiche del cemento, reinterpretato attraverso un particolare effetto di superficie, ottenuto attraverso la corrosione del sale marino, che rende viva la materia accentuandone la ruvidezza per ottenere un maggior contrasto con la resina , declinata in diverse colorazioni che mutano tonalità e intensità a seconda della luce.

Anche la collezione Mineral Sculpture di Jean Yves Lanvin prende le mosse da esperienze personali. Il suo autore è il nipote di Jeanne Lanvin fondatrice nel 1880 della celeberrima maison di moda Lanvin Haute Couture. Cresciuto frequentando gli ambienti della moda e dell'arte e profondamente influenzato da una vita immersa nell'eleganza e nel lusso, dopo aver collaborato con famosi brand di design ha deciso di produrre una propria collezione dando libero sfogo alla sua immaginazione, espressa attraverso tutti i riferimenti 'universo minerale. I pezzi trattati sono trattati da linee asimmetriche e decisi che vita grazie a un delicato operato su metallo e minerali. L'opera Block Sculpture Coffee Table ne è un esempio perfetto: scintillanti rocce dorate trasformate in uno scultoreo tavolino di grande impatto visivo che rappresenta la personalissima interpretazione del designer delle montagne e delle lastre di marmo grezzo della Toscana.

Plastic River No.6 Ganges di Álvaro Catalán de Ocón, è sicuramente uno dei pezzi più interessanti di Ro Collectible Design. A dieci anni di distanza dalla presentazione di PET Lamps, il designer spagnolo torna a sperimenta le potenzialità del polietilene tereftalato (PET), per dare vita a una inedita collezione di tappeti tessuti con filati da detriti di plastica riciclata. La “trama decorativa” è la riproduzione puntuale di immagini aeree di alcuni dei fiumi più inquinati del pianeta. Il tappeto in esposizione rappresenta la mappa in scala precisa della regione del Gange in cui è stato realizzato ed è il risultato della sapienza manuale di artigiani locali che lo hanno intrecciato utilizzando bottiglie in PET raccolte nella zona circostante. Realizzato in collaborazione con l'azienda spagnola Tappeti GAN, il riconoscimento che la Galleria Rossana Orlandisce ai progetti di design su processi sostenibili ed ecocompatibili è anche finalista al "Guiltless Plastic Award".

Textile Ruins è una suggestiva installazione che destabilizza l'immaginario convenzionale delle antiche sculture in marmo. Nasce da un'idea di Sergio Roger, artista tessile con sede a Barcellona, ​​​​interessato alla reinterpretazione degli elementi iconici della storia dell'arte. In questo caso la sua attenzione si è concentrata sulla scultura classica, riletta in davvero sorprendente: ogni pezzo esposto è realizzato sostituendo il marmo con antichi tessuti di lino risalenti agli inizi del XX secolo e rintracciati dal designer spagnolo attraverso una ricerca a tappeto operata nei negozi di antiquariato. Il risultato è stupefacente, viste da lontano le sculture sembrano davvero realizzate in materiale lapideo, poi mano a mano che ci si avvicina la loro percezione muta ma non muta l'idea dei segni di un tempo passato, suggerito dall'espressiva matericità dagli antichi lini .

Cosa sarei senza di te, è il titolo dell'installazione di Benedetta Mori Ubaldini, a cui è stata riservata un'intera sala che la designer ha affrontato come una tela bianca da compilare con le sue creature tridimensionali ispirate al mondo animale e floreale. Nota per i suoi lavori in rete metallica, per l'occasione ha ricreato il suo personale paesaggio emotivo e onirico, con cui ha popolato gli spazi della galleria di via Mattia Bandello. Viste insieme, le sue creazioni a temamiche rievocano emozioni primitive e ancestrali che, ci ha spiegato, sarà una dichiarazione del potere della natura, senza la quale noi non esistere. Un atto di amore e allo stesso tempo un monito necessario, intrapreso con maestria attraverso l'abilità artigianale che la contraddistingue, in grado di animare un materiale industriale trasformandolo in narrazione poetica.

Hillsideout presenta una selezione di edizioni artigianali uniche. Mobili con una propria storia che raccontano la filosofia progettuale di Andrea Zambelli e Nat Wilms o meglio la loro visione panottica che mixa l'arte, il design e l'antico giocando con i concetti di stratificazione e materica. Dietro ogni loro creazione si cela sempre una storia, e nel caso di Throne-chaise longue Kamasutra, uno dei pezzi in mostra, è rappresentato dall'idea di voler realizzare un oggetto dalla doppia anima: maschile e femminile. Nasce dalla composizione di sgabelli e può trasformarsi da seduta in chaise longue.

Fa parte della originale Cherished Collection di Diederik Schneemann's, designer belga dall'anima pop, l'armadio che illustra alla perfezione la sua particolare ricerca estetica e progettuale basata sull'upcycling. Le sue opere si distinguono perché realizzate riutilizzando scatole di fiammiferi, bottiglie di profumi, pacchetti di sigarette. Ciò che per altri rappresenta solo un insieme di cianfrusaglie insignificanti per lui diventa spunto creativo, materiale prezioso, di valore incommensurabile, da riutilizzare alterandone l'uso per dare luogo a realtà inaspettate. Le creazioni di Schneemann spesso affermano da oggetti esistenti, prodotti iconici noti che rivelano storie e innescano ricordi e sentimenti. Le scatole di fiammiferi che compongono l'armadio diventano capsule del tempo, dispositivi della memoria che come flashback rievocano altri tempi e altre situazioni.

Mandalaki , studio internazionale con base a Milano che esplora l'intersezione tra design e tecnologia ha presentato HyperNature, una nuova collezione di lampade a sospensione in cui piante, fiori e bonsai diventano parte integrante del progetto di illuminazione. Nate come risposta al bisogno di vivere a contatto con la natura, le lampade integrate con le promettono eclettiche possibilità di utilizzazione grazie al loro spirito nomade e flessibile garantito da una batteria ricaricabile che permette sistemi di illuminazione complessi e scenografici che non piante di interventi invasivi o di passaggi di cavi.

Le potenzialità espressive del vetro rappresentano il fulcro della ricerca progettuale di Germans Ermičs, designer di origini lettoni con base ad Amsterdam. La sua produzione più recente è caratterizzata da raffinati ed eterei arredi in vetro e da installazioni immersive che giocano con luce, spazio e colore, nel tentativo di innescare un cambiamento al modo in cui percepiamo gli oggetti di uso quotidiano. Stando alle sue parole siamo così assuefatti alla presenza del vetro nella nostra vita che raramente ci accorgiamo del suo potenziale poetico. Da questa riflessione nasce la sua ricerca progettuale : il vetro diventa campo di sperimentazione per virtuosismi cromatici e tonali. Può essere morbido e satinato per sfumare i contorni della forma dell'oggetto, ombré per catalizzare delicatamente l'attenzione sulla superficie, oppure specchiato per riflettere e innescare connessioni con lo spazio circostante.

L'installazione Over The Windows di Papier à êtres tratta un tema che ci accomuna tutti, cioè l'esperienza del lockdown e il fatto che nell'ultimo anno l'unico paesaggio di cui abbiamo goduto è stato quello delle finestre di fronte a noi, trasformate in palcoscenici di vita quotidiana con i vicini protagonisti della scena. Partendo da questa riflessione Frédéric Guibrunet e Sophie Mouton-Perrat le hanno trasformate in poesie scolpite attraverso un suggestivo mix di luce e carta. Per ogni oggetto creato da Hans Endendijk, la forma è il punto di partenza.

Per Hans Endendijk, la forma è il punto di partenza e la seduta She-He-It ne è la prova lampante. La fluida dinamicità delle sue linee deriva da una esclusiva tecnica messa a punto dal designer olandese e denominata “Spanhout”. I listelli di legno che compongono la struttura sono collegati tra loro, come perle di una collana, attraverso invisibili cavi di acciaio che le serrano plasmandone la silhouette. Pensata per l'outdoor, She-He-It è realizzata in legno modificato e vive del contrasto tra la solidità del materiale e la morbida sinuosità della sua immagine.

Galleria Rossana Orlandi Via Mattia Bandello 14 4/12 settembre 9-20